News & Eventi

“Intrecci Urbani di Sapienze Femminili per Matera 2019”

“Intrecci Urbani di Sapienze Femminili
per Matera 2019”
13-14 gennaio 2018

NEWS & EVENTI

Nell’ambito della serie di Urban Walks di ONU Habitat è stato organizzato a Matera, capitale europea della cultura 2019, un grande evento che ha visto l’installazione nei portici del Palazzo dell’Annunziata di “Gender Tipi”, un’opera di circa 6 metri di altezza realizzata con più di 1200 quadrati “cuciti” a uncinetto da donne volontarie dei 5 continenti, in cui l’Italia è stata rappresentata dal lavoro delle donne materane residenti al Borgo La Martella, un grande progetto collettivo ideato dalle artiste internazionali Ute Lennartz-Lembeck e Anne A. Le Maignan e l’Urban knitcafè, un seminario internazionale sul tema “Sguardi differenti per lo sviluppo urbano sostenibile” nella sala Laura Battista della biblioteca provinciale “Stigliani”. L’evento “Intrecci Urbani di Sapienze Femminili per Matera 2019”, promosso da A.I.D.E – Donne 2019 (Associazione Indipendente delle Donne Europee) in collaborazione con il Centro Interdipartimentale di Ricerca URBANIMA L.U.P.T. dell’Università di Napoli Federico II e in partenariato con associazioni e istituzioni internazionali quali ONU-Habitat e AFEM (Association Femmes Europe Méridionale) ), la cattedra Unesco “Gender, Equality Policies in Science, Technology and Innovation” del Politecnico di Madrid con il sostegno del Comune di Matera e il patrocinio della Provincia di Matera.

L’iniziativa, finalizzata ad avviare esempi di riappropriazione collettiva degli spazi urbani e di socialità di vicinato, ha utilizzato in chiave moderna di street art – attraverso la tecnica dello yarnbombing – forme antiche di creatività femminile. L’obiettivo è stato di mettere in evidenza per Matera 2019, capitale europea della cultura, il grande contributo che le donne materane, lucane e meridionali hanno dato e danno alla strutturazione degli spazi e dei luoghi dell’abitare promuovendo relazioni tra culture, genti, generi e generazioni.

Dopo aver inaugurato il Gender Tipi, un simbolo, una rappresentazione del contributo silenzioso delle donne nella costruzione di un mondo sostenibile e di pace all’interno dei portici del Palazzo dell’Annunziata, l’evento è proseguito in biblioteca per avviare una riflessione sui processi di riqualificazione urbana in ottica di genere e sulla promozione dell’implementazione della Nuova Agenda Urbana e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, al quale hanno partecipato esperte nazionali e internazionali – architette e urbaniste dell’Università Politecnica di Madrid, dell’Università Politecnica di Catalogna, dell’Università di Napoli Federico II e rappresentanti istituzionali a livello locale, regionale e nazionale.

Tra esempi ed esperienze, studi e ricerche riportati, la presentazione di Borgo San Gaetano – Dimore di charme ha focalizzato l’attenzione sull’esperienza, realizzata a Bernalda, di riqualificazione urbana promossa da donne in modo integrato con la conservazione del patrimonio storico, un progetto nato dall’incontro di due donne, Noemi Dell’Osso un’imprenditrice di origine lucana proprietaria del complesso e l’architetto Franca Digiorgio progettista dell’intervento, che ha rigenerato uno scorcio del centro storico di Bernalda, in ottica di riuso compatibile di alcune tipologie abitative della tradizione locale ed un antico frantoio dismesso per la realizzazione di un piccolo e caratteristico esempio di Ospitalità Diffusa.

La premessa è stata la considerazione condivisa che in ogni settore delle scienze da decenni si ribadisce che le caratteristiche dell’osservatore condizionano quanto viene osservato: la sicurezza, il comfort, l’abitabilità delle città e degli ambienti, sono interpretati in modo diversi in relazione a chi li osserva. Dall’altro lato le donne sono viste come progettiste del proprio spazio attraverso l’uso che ne fanno, i tempi e i modi in cui lo occupano. Le donne misurano la qualità dei servizi pubblici, l’accessibilità dei luoghi, la vita domestica, la qualità dei luoghi di lavoro, la distribuzione della rete commerciale, l’organizzazione dei tempi e degli orari. Sono particolarmente sensibili alla qualità dell’ambiente, alla mobilità sostenibile, alla sicurezza.

Borgo San Gaetano può considerarsi rappresentativo di uno sguardo di genere nella ricomposizione dei legami di vicinato, spesso perduti e, nella reinterpretazione degli spazi pubblici e privati come scenario di vita quotidiana nel quale condividere emozioni e relazioni, senso di appartenenza e voglia di riappropriazione degli spazi e degli elementi abitativi.

Fin dalla ideazione del progetto si è fatto leva sul carattere esperienziale che l’ospitalità diffusa offre al turista che ama immergersi nei vicoli e nelle realtà culturali che scegle come meta del proprio viaggio. Infatti, secondo lo studioso Murphy, i visitatori interagiscono con le comunità locali e con gli elementi del territorio per ottenere esperienze turistiche soddisfacenti. Il principale scopo della sollecitazione al cosiddetto “turismo esperenziale” è l’incontro tra il turista e la comunità ospitante, che incoraggi lo scambio di conoscenze ed esperienze per aumentare la consapevolezza di ognuno sulle principali peculiarità delle località interessate. Pine, Gilmore e Rifkin sostengono che il turismo dell’esperienza, che comprende un paniere di attività che si estende dall’ospitalità all’intrattenimento “si fonda sulla produzione e lo scambio di ciò che fa battere il cuore, perché non si producono beni, ma ricordi”. I ricordi nascono dalle esperienze e da quanto si può essere stimolati dopo l’esperienza di un viaggio o di un soggiorno.

Dalla condivisione di queste riflessioni, il progetto nel corso della sua ideazione e realizzazione è andato oltre la progettazione di una struttura ricettiva, perché il prodotto che si voleva offrire agli ospiti, non era una camera o un alloggio ma una esperienza da ricordare, per questo sia l’intervento edilizio, conservativo ed ecosostenibile, che l’allestimento semplice, naturale ed evocativo sono diventati strumenti per il racconto del luogo, oltre allo spirito familiare dell’accoglienza ed alle storie e curiosità raccontate per permette all’ospite di vivere un’esperienza e di ricordarla piacevolmente.

Arch. Franca Digiorgio

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