Tricarico, il borgo di levante
PERCORSI IN AUTO E MOTO
A qualche chilometro dal nostro Borgo-Albergo è possibile immergersi in antichi sapori orientaleggianti, reminiscenze normanne e forme medievali che si intrecciano dando vita a Tricarico. Una comunità che può vantare luoghi di culto, palazzi signorili, archeologia: numerose testimoniante storico-artistiche che rendono Tricarico una meta da vivere senza fretta, assaporando ogni angolo e dettaglio. Paesaggi incontaminati da godersi in moto o in auto.
La storia di Tricarico, profondamente segnata dalla dominazione araba, sembra avere inizio intorno all’849, anno in cui risale la prima testimonianza documentata sulla città.
Tra il IX e il X secolo gli arabi si insediano stabilmente nel territorio, imprimendo le loro tracce nel tessuto urbano, come si può notare visitando i rioni Ràbata e Saracena. Seguiranno i bizantini anch’essi molto influenti nella cultura e nelle tradizioni tricaricesi, al punto che le celebrazioni religiose si sono svolte secondo il rito greco fino alla prima metà del ‘200.
Nel 1048 è la volta dei normanni, mentre nel 1080 è Roberto il Guiscardo ad entrare in possesso del feudo. Tricarico apparterrà poi alla famiglia Sanseverino fino al 1605, per divenire, in seguito, feudo di Francesco Pignatelli, duca di Bisaccia e, successivamente, del genovese Alessandro Ferrero. La città apparterrà quindi alla famiglia Revertèra fino alla soppressione della feudalità.
Notevole è la Torre Normanna che faceva parte di un complesso più grande che era il Castello, fino a quando non venne trasformato in convento. Datata IX-X secolo fu riedificata in epoca normanno-sveva. La Torre presenta una bellissima forma cilindrica, disposta su quattro piani e coronata da caditoie.
Il Palazzo Ducale il cui ingresso principale del palazzo è situato su corso Vittorio Veneto ed è facilmente riconoscibile dal doppio portale in pietra con raffigurati gli stemmi Revertera e Pignatelli.
Il palazzo è un ottimo esempio della tipologia delle residenze del centro urbano: conserva un impianto cinquecentesco e sale con soffitti lignei e dipinti del '700. Dall'atrio dell'edificio si può avere una panoramica e splendida vista su tutta la valle.
Il Convento di S. Chiara che sorse con la trasformazione del Castello, nel 1333, in luogo di clausura per fanciulle di alto lignaggio. Si entra all'interno della chiesa attraversando la cappella del Crocifisso, interamente affrescata da Pietro Antonio Ferro. La chiesa presenta un'unica grande aula, restaurata nel 1852: nel soffitto a cassettoni è incastonata una tela del XVI secolo raffigurante l'Assunta. Sugli altari trovano posto una tela con Porziuncola e una con l'Immacolata sempre del Ferro.
La bella Piazza Garibaldi costituisce il cuore della cittadina e si raggiunge percorrendo via Monte che scende fino alla piazza dal convento di S. Chiara. Sulla piazza si innalza il grandioso campanile a vela a due campane della chiesa di S. Francesco, di fondazione duecentesca e costituita da un' unica navata, rifinita da un portale ad arco ogivale in stile romanico pugliesi.
La Chiesa Madre, di impianto romanico, venne restaurata numerose volte sia in facciata sia nell'interno, dove troviamo una Deposizione di Pietro Antonio Ferro, un trittico dipinto su tavola della Madonna col Bambino tra i Ss. Francesco e Antonio, un Trasporto al Sepolcro sempre del Ferro, pannelli di polittico raffiguranti Ss. Francesco e Antonio e l'Annunciazione di Antonio Stabile, un dipinto murale di una Crocifissione e numerose tele attribuite al Ferro.
Il Convento di S. Maria del Carmine venne costruito nel 1605 all'esterno del centro storico. Il chiostro presente è reso suggestivo dai dipinti di Carlo e G.B. Ferro con scene bibliche, nelle lunette con storie dell'ordine carmelitano e nei tondi con i santi carmelitani. La chiesa è composta da un'unica navata e dipinta da Pietro Antonio Ferro con scene della vita della Madonna, scene dal Nuovo Testamento, scene della vita di Cristo, l'Eterno Padre, i Ss. Francesco d'Assisi e Francesco da Paola, i profeti Elia ed Eliseo, una Madonna Assunta, una Madonna del Carmine, posta sull'altare maggiore, e una Crocifissione e santi del 1616.
Da non perdere il Convento di S. Antonio di Padova che originariamente era un bellissimo convento costruito dai Sanseverino nel 1491.La chiesa è costituita da una pianta a due grandi navate dove troviamo dipinti murali raffiguranti una Madonna di Loreto, S. Rocco e S. Sebastiano. Anche il chiostro del convento ospita numerosi dipinti, di notevole bellezza, posti sulle pareti e sulle voltine, realizzati da Ilario da Montalbano e da Giuseppe Sciarra, raffiguranti episodi della vita di S. Antonio di Padova e le storie di S. Francesco e di santi francescani e scene bibliche.
I rioni Saracena e Rabatana: il primo rione digrada verso la sottostante valle sino alla torre Saracena; a sud-est si distende, invece, il secondo rione, il rione Rabatana. Sull'omonima via sono disposte piccole residenze, sotto cui sono situati ambienti si servizio scavati nella roccia. L'uscita dal rione è segnata dalla medievale porta Rabatana. L'Arco di Re Ladislao risalente al XVI secolo, è costruito interamente in pietra e offre il passaggio alla parte più antica della cittadina e al rione Saracena. La struttura è decorata da putti, grifi, mostri alati e dalla trecentesca scultura della Madonna con Bambino.
Bosco Fonti ovvero un meraviglioso e profumatissimo bosco di querce, castagni e cerri, nelle vicinanze di Tricarico. Nel bosco è situato il santuario della Madonna di Fonti, meta ambita di numerosissimi pellegrini curiosi di partecipare alla festa sacra, che si tiene durante la prima settimana di maggio e nella quale si effettuano giri rituali intorno al luogo di culto.
Il ristoro della Civita, in Contrada Tre Cancelli.
Rocco Scotellaro, uno dei maggiori poeti e intellettuali lucani impegnato nel vivo delle problematiche del secondo dopoguerra. Animato da una forte carica morale e ideale, profusa nella sua produzione letteraria e nell’impegno politico, ha assunto il valore emblematico delle lotte per il riscatto del popolo meridionale. Istituito dal Comune di Tricarico e dalla Regione Basilicata nel 2003 in occasione del Cinquantenario della morte di Rocco Scotellaro, è un centro di documentazione che raccoglie e custodice ogni forma di documentazione connessa a Rocco Scotellaro e al contesto storico locale. Al suo interno è presente una biblioteca specialistica con opere connesse allo scrittore e un'esposizione fotografica sulla vita e i paesaggi della Lucania.
Da Borgo San Gaetano prendere la strada statale 407 Basentana in direzione Potenza e proseguire per circa 55 km fino all’uscita Tricarico.
